Tra pochi giorni per la maggior parte di scolari, studenti, insegnanti e ... genitori, la scuola sarà "finita"; tranne per le classi terminali che dovranno in qualche modo sostenere un "esame", anche quest'anno scolastico sarà "da archiviare" e forse lo sarà sotto l'acronimo "DAD", cioè didattica a distanza, con la quale sono stati vissuti gli ultimi mesi ...
Tutti promossi, tutti bravi, tutti contenti.
Contenti gli insegnanti che, per buona parte impreparati, sono stati catapultati dall'oggi al domani nella "DAD", senza aver mai studiato come si facesse, dimostrando -se ancora ce ne fosse stato bisogno- l'infinita buona volontà di farsi in quattro, tra le padelle di casa, i mariti in "smart working", i figli a disputarsi l'unico pc di famiglia, per aiutare i "loro ragazzi" a non restare abbandonati a se stessi, a continuare a studiare e ... non perdere l'anno.
Contenti gli alunni, non più costretti ai necessariamente rigidi orari scolastici, alle solite lezioni e interrogazioni, ma forse più a loro agio (apparentemente...) dinanzi ad uno schermo, piuttosto che dietro ad un banco ...
Contenti i genitori, prevalentemente ma non solo mamme, ma anche nonni e zii, che finalmente hanno smesso di stimolare, costringere i loro figli o nipoti a riprendere i libri in mano, stampare e compilare schede, interpretare esercizi opinabili, e supportare e surrogare gli insegnanti dietro uno schermo ...
Contenti i dirigenti e i politici per averla "sfangata" bene o male in qualche modo, spostando a tra qualche mese ben maggiori preoccupazioni circa le modalità di organizzazione del prossimo anno scolastico.
Felici i fornitori di software ed hadware che mai come in questo periodo hanno festeggiato l'incentivazione dei loro prodotti e che si stanno
già leccando i baffi per i soldi che prossimamente incasseranno a fronte di massicci investimenti scolastici nel settore, senza neppure stare a guardar tanto ... il capello, a causa dell'urgenza e dell'improvvisazione con cui ogni scuola e scuoletta li inviterà a vendere, vendere di tutto ... "per rafforzare e consolidare la DAD"...
Una apoteosi ?
No, una tragedia.
Perchè in questi ultimi mesi "la scuola è finita" davvero, nel senso di distrutta, terremotata, bombardata, devastata!
Perchè "la scuola" non è la trasmissione di nozioni, la compilazione di schede, la ripetizione di esercizi non importa se su carta o su schermo, come è avvenuto in questi lunghi mesi di "DAD" !
Persino le mamme si sono accorte che "la scuola è un'altra cosa", e perfino che "gli insegnanti sono importanti" e non quelli, per quanto bravi, dietro ad uno schermo, ma quelli in carne, ossa e passione ... in mezzo ai banchi !
Nessuno però ha il coraggio di constatare e denunciare la "deformazione" psicologica e cognitiva che tale maniera "garibaldina" e improvvisata di fare DAD ha causato im moltissimi alunni, particolarmente in quelli più giovani, più insicuri, che hanno letto o riempito pagine su pagine, perchè "si doveva fare", "per non restare indietro", "per non deludere gli insegnanti", "per non scontentare i genitori", per ... qualsiasi cosa insomma, tranne che ... per il piacere di imparare, di scoprire ed appassionarsi del mondo, della sua storia, della sua bellezza e diversità...!
Perchè è questo il vero, fondamentale, imprescindibile fine della Scuola
e il solo nobile e insostituibile compito di ogni insegnante: suscitare negli alunni emozioni, desiderio di scoprire e di apprendere, piacere di conoscere, da coltivare senza bisogno di obblighi o incentivi, per tutta la vita.
E questo può farlo solo un insegnante "vero", una persona vera che quotidianamente si propone e si confronta "di persona personalmente" con ciascun alunno, del quale conosce e coglie ogni esitazione o incertezza, ogni bisogno e desiderio, ogni guizzo e tesoro nascosto ...!
Invece ho potuto constatare alunni demotivati e stanchi più di quanto mai normalmente avvenuto alla fine di un anno scolastico "normale", alunni addirittura "disgustati" dallo studio e dai libri, che rifiutano di riaprirne uno questa estate, ma anche di leggere alcunchè, perchè sono stati troppo malamente "rimpinzati" di lezioni e compiti con nessuna mediazione e partecipazione emotiva, nonostante ogni pur apprezzabile e nobile sforzo.
E' ben diverso un pranzo che viene cucinato con cura e presentato con amore rispetto ad un vassoio preconfezionato, standard e plasticoso, che sei costretto ad ingerire "perchè si deve", "per non restare indietro", "per non deludere nessuno" dai genitori agli insegnanti, al ministro, ai giornalisti e ... alla gente...
Tutti insomma, fuorchè gli stessi alunni.
"Per comprendere la tragedia degli Italiani di Istria, Fiume e Dalmazia, é indispensabile pensare alle cose che ognuno di noi reputa importanti: la famiglia, gli amici, la casa, i luoghi dove viviamo ogni giorno, i ricordi, le proprie radici legate a suoni, sapori del cibo, odori della terra in cui si é cresciuti e al legame inscindibile con i propri morti.
I 350.000 italiani costretti a fuggire dal Istria, da Fiume e dalla Dalmazia hanno dovuto lasciare tutto questo. Hanno perso familiari, amici e conoscenti, le loro case e proprietà sono state confiscate e mai indennizzate. Sono dovuti partire con i pochi vestiti che avevano addosso e tutta la loro vita chiusa in una sola valigia, spesso neppure quella e mai più hanno potuto tornare alle loro case. Anche quando, in anni recenti, hanno potuto rivedere la loro terra, hanno potuto farlo solo da turisti, da stranieri in casa loro. Hanno perso molto di più dei beni materiali, hanno perso i loro ricordi i loro odori, i loro luoghi, i loro sapori, tutto ciò che costituisce la nostra vita quotidiana per loro in un attimo é stato cancellato. E se speravano di trovare nella Patria Italia una madre accogliente sono stati profondamente delusi.
Mia madre mi raccontava che quando il treno dove erano ammucchiati come carri bestiame, dopo ore interminabili, si fermava nelle stazioni e finalmente speravano di poter scender e mangiare e bere qualcosa, le porte del treno non si aprivano mai, perché ad aspettarli c'erano i comunisti pronti ad insultarli, sputargli addosso, rovesciare l'acqua e il latte per i bambini pur di non farli bere. Quel treno che avrebbe dovuto portarli nella loro Patria, una patria a cui avevano sacrificato tutto, scegliendo di perdere tutto pur di rimanere orgogliosamente italiani e che invece li trattava come criminali, indesiderati, nemici da tenere rinchiusi in campi profughi recintati col filo spinato. La loro destinazione era stato il campo profughi di Lucca. Un capannone con tantissime famiglie, vecchi, bambini, neonati, lenzuola e stracci tirati per dividersi gli spazi e crearsi quel poco di intimità familiare che si poteva, gabinetti inesistenti, materassi di paglia per terra, nessun riscaldamento, poveri e pochi vestiti addosso, cibo scaduto spesso con addirittura i vermi...e i tentativi di mio nonno di trovare qualche lavoretto per mettere qualcosa in pentola....ma chi da lavoro a chi é bollato come un pericoloso criminale fascista. D'altronde se non eravamo voluti rimanere nel paradiso del comunismo, nell'isola felice creata da Tito, come la definivano i compagni, se noi non eravamo voluti restare dovevamo essere fascisti e criminali per forza. Che poi i Titini ti privassero pure del cognome, che ti perseguitassero solo per il fatto di essere italiano, che tanti fossero spariti inghiottiti dalle foibe , che i rastrellamenti notturni casa per casa non guardassero in faccia nessuno: donne, bambini, anziani. La parola comunista a mia madre ha sempre fatto gelare in sangue, e per tutta la vita mi ha ripetuto "loro non cambiano" e di questo io ora ho la certezza.
La tragedia istriana, giuliano dalmata é stata per decenni omessa da tutti i testi scolastici e solo recentemente, che in alcune edizioni viene riportata qualche informazione a riguardo, anche se spesso, purtroppo, ancora in forma superficiale e didascalica. Ma in merito al genocidio titino, non c’é mai stata alcuna presa di posizione ufficiale di condanna da parte dei governi balcanici: la Jugoslavia prima, la Croazia e la Slovenia poi, oltre a non aver mai espresso le loro "scuse ufficiali" ai familiari delle vittime, non hanno collaborato ad aprire, agli storici di tutto il mondo, i loro archivi di stato. Anche sul piano giudiziario, mentre molti gerarchi nazisti sono stati processati a Norimberga nessun criminale titino ha invece scontato un solo giorno di carcere, a cominciare proprio dal loro leader, inspiegabilmente a lungo stimato e riverito da molti capi di stato. Ai criminali di guerra slavi l’Italia ha addirittura concesso e sta ancora versando la pensione INPS, che non ha mai invece riconosciuto ad alcuno degli internati nei lager titini."